Quando si parla di origini, ci si affida a qualcosa di probabile, quasi certo, ma mai veramente scontato. Detto questo, si fa risalire la nascita della Rumba a Cuba, verso la fine dell’800. Dopo la fine della grande guerra contro la Spagna, la schiavitù fu abolita, e gli schiavi neri, liberi, ma poveri in canna e senza nessuna proprietà nelle campagne dove avevano lavorato fino ad allora, si spostarono nelle periferie della città. L’innato istinto africano per la danza, insieme ai ritmi cubani, portò a rappresentazioni di vere e proprie storie di povertà, passione e rivalità.
Sembra che ai primi del ’900 nascesse la Rumba, ma naturalmente non era quella che conosciamo noi oggi. All’inizio la Rumba era articolata in tre vere e proprie fasi: Yambù, Guaguancò e Columbia.
– Yambù – Era caratterizzata da musica lenta e dolce; non c’era contatto tra i ballerini e la donna eseguiva movimenti lenti e sensuali. Era una sorta di esaltazione della muliebre virtù.
– Guaguancò – Ritmo musicale più veloce e giochi delle parti, in un corteggiamento in cui il cavaliere diventava audace e la dama indocile e invitante nello stesso tempo, esibendosi in roteazioni del bacino molto femminili.
– Columbia – Ballavano solo gli uomini con una musica dal ritmo molto veloce. Si celebrava una rivalità testosteronica, con tanto di esibizione con coltelli.
Inutile dire che per molto tempo questo ballo fu considerato troppo pericoloso per la parte eseguita con i coltelli e troppo licenzioso per la parte simulante la tenzone amorosa. Per parecchio tempo quindi, la Rumba fu relegata nei quartieri periferici, tra la povera gente.
In seguito dalle tre fasi iniziali si svilupparono due realtà coreiche, ossia lo stile Rumba/Beguine, derivante dallo Yambù, e lo stile caraibico dal Guaguancò e dal Columbia.
Queste sono le origini della Rumba, o almeno così sembra.