Una ricerca condotta dagli scienziati della FAU – Florida Atlantic University racconta la nuova abilità conquistata dallo Squalo Pallina della specie Hemiscyllium Ocellatum per sopravvivere alle conseguenze portate dal cambiamento climatico in atto.
Sembra proprio che la natura e gli esseri viventi che abitano i vari ecosistemi stiano cercando il miglior modo di adattarsi al cambiamento climatico in atto e a tutte le variazioni che sta causando nei loro habitat naturali. Sicuramente è il caso dell’ Hemiscyllium Ocellatum, uno squalo di piccola taglia rispetto ai suoi “fratelli” decisamente più grandi e che fa parte della famiglia Hemiscylliidae.
Lo studio della FAU
Alcuni importanti scienziati della FAU – Florida Atlantic University hanno condotto interessanti ricerche sull’adattamento di alcune specie a quelle che sono le conseguenze dell’attuale cambiamento climatico sui vari habitat naturali degli animali. In particolare, si sono concentrati su alcuni esemplari di Squalo Pallina che appartengono alla specie Hemiscyllium Ocellatum i quali, per fronteggiare il riscaldamento graduale degli oceani e altre conseguenze del cambiamento climatico, hanno sviluppato delle capacità nuove.
Lo Squalo Pallina abita le barriere coralline dell’Australia e della Nuova Guinea che sono bagnate dall’Oceano Pacifico, particolarmente interessato dall’innalzamento delle temperature delle acque. Ecco perché, gli squali Ocellatum hanno sviluppato la capacità di spostarsi sulla terraferma così da sfuggire alle calde acque dell’Oceano Pacifico: si tratta di un fatto davvero incredibile.
Dapprima descritto dalla rivista Integrative and Comparative Biology, il nuovo atteggiamento dello squalo è stato analizzato e studiato dagli scienziati della FAU che hanno confermato la questione. Alla guida del team scientifico c’era Marianne Porter, illustre ricercatrice dell’Università della Florida: gli scienziati hanno esaminato le dinamiche dello spostamento di questi squali, il modo in cui muovono le pinne, la velocità, l’ampiezza e la frequenza dei movimenti della coda.
Gli scienziati hanno dichiarato che, questi piccoli squali (di solito non superano il metro di lunghezza) sono nel bel mezzo di un processo evolutivo che risponde alle esigenze rinnovate in virtù dei cambiamenti che interessano l’intero pianeta come l’innalzamento della temperatura delle acque del Pacifico e nella barriera corallina.
La Dottoressa Porter afferma che:
“Queste abilità potrebbero essere la chiave per la sopravvivenza degli animali”.
Ma sottolinea anche come potrebbero essere atteggiamenti collegati alle prestazioni fisiologiche. La letteratura scientifica ci dice che questa specie ha sviluppato diversi adattamenti durante il ventunesimo secolo per superare alcune circostanze sfavorevoli. Ad esempio, si sono evoluti per utilizzare le quattro pinne laterali per rifugiarsi sul fondo dell’oceano e riescono a sopravvivere alla carenza di ossigeno per ben due ore.
Lo studio della FAU ha evidenziato anche che non sussistono differenze osservabili tra la cinematica degli squali Ocellatum appena nati e adulti: e cosa significa questo? Vuol dire che, la locomozione dei piccoli squali non è influenzata dalla forma del corpo né dalla sua dimensione dato che non ci sono differenze in base all’età dell’animale.
Non solo squalo Ocellatum, anche squalo Bambù
L’osservazione fatta dagli studiosi della FAU per quanto riguarda le nuove abilità sviluppate dallo squalo Ocellatum per far fronte e sopravvivere ai cambiamenti climatici non è di certo l’unica nel suo genere. Un’altra simile risale a nove anni fa quando, nel 2013, alcuni scienziati scoprirono che lo squalo Bambù camminava sul fondale delle acque in Indonesia grazie alla coordinazione di movimento delle sue piccolissime pinne.
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