Altro che negoziato per la restituzione dei marmi del Partenone. Sull’annosa questione, nella tarda serata di lunedì 27 novembre, è improvvisamente scoppiato un clamoroso scontro diplomatico tra Regno Unito e Grecia, con la cancellazione da parte di Londra dell’incontro tra il premier Rishi Sunak e l’omologo ellenico Kyriakos Mitsotakis. A innescare lo scontro è stata un’intervista alla Bbc dai toni rivendicativi di quest’ultimo, in visita a Londra da domenica sera, in seguito alla quale il leader Tory ha deciso di cancellare con brevissimo preavviso l’incontro a due in programma il 28 novembre, sbattendo di fatto la porta di Downing Street in faccia all’ospite.
Mitsotakis è tornato in Grecia dopo aver rifiutato un colloquio alternativo col vicepremier Oliver Dowden
«Stupito e irritato», come ha fatto sapere il suo entourage, Mitsotakis non ha potuto che rispondere ripartendo per Atene con un inedito nulla di fatto in termini di relazioni tra governi, dopo aver rifiutato l’offerta in extremis di Londra di un colloquio alternativo (di fatto una “retrocessione”) col vicepremier Oliver Dowden. Ad accendere la querelle tra i due premier sono state come detto le parole forti alla Bbc con cui Mitsotakis è tornato a invocare la restituzione ad Atene dei preziosi marmi del Partenone, raccolta di gruppi scultorei (perlopiù opera di Fidia e dei suoi assistenti), fregi ed elementi architettonici che in origine facevano parte degli edifici collocati sull’Acropoli di Atene e portati a Londra da Lord Elgin nell’Ottocento al tempo dell’Impero britannico grazie alla compiacenza degli ottomani, che all’epoca governavano la Grecia.
Mitsotakis aveva definito «inaccettabile» l’ipotetica suddivisione dei marmi: «Come dividere in due la Gioconda»
Mitsotakis ha liquidato come «inaccettabile» persino un’ipotetica suddivisione dei marmi, parte della collezione del British Museum, equiparandola sarcasticamente all’idea di «dividere in due la Gioconda». Le sue affermazioni hanno mandato su tutte le furie Sunak, il quale attraverso un portavoce ha ribadito viceversa la posizione di principio di Londra contro la restituzione di un patrimonio storico «acquisito legalmente» e peraltro vietata da una legge ad hoc approvata anni fa a Westminster. L’escalation è quindi giunta fino all’inatteso annullamento del faccia a faccia nel cui ordine del giorno, in base alle indicazioni di Downing Street, non avrebbe nemmeno dovuto esserci primariamente il dossier dei marmi, bensì discussioni su gravi crisi internazionali attuali come la guerra fra Russia e Ucraina o il conflitto israelo-palestinese.
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