Bobo Tv, l’attacco di Adani, Cassano e Ventola: «Ucciso lo spirito con cui è nata»

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Lele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola hanno deciso di fare chiarezza sul caso dell’addio alla Bobo Tv. La separazione tra i tre ex calciatori e Bobo Vieri, che ha poi stretto l’accordo per portare il suo canale in onda sulla radio ufficiale della Serie A, ha tenuto banco tra i tifosi e sui social, con lo scambio di accuse di inizio novembre. Adesso i tre ex protagonisti del canale hanno scelto di dire la loro, «in nome di una chiarezza e trasparenza a cui ci siamo sempre richiamati, e che giustamente in questi giorni molti di voi hanno preteso, in forma privata o tramite social».

Adani, Cassano e Ventola: «Facciamo luce»

I tre hanno pubblicato il comunicato sui profili Instagram. «La Bobo Tv è sempre stata una famiglia allargata», si legge in premessa. «Per chi era davanti ai microfoni ma anche per chi l’ascoltava. Ed è a questo gruppo, la nostra community, che ci rivolgiamo, in nome di una chiarezza e trasparenza a cui ci siamo sempre richiamati. E che giustamente in questi giorni molti di voi hanno preteso, in forma privata o tramite social. L’esigenza di fare luce su alcune situazioni verificatesi negli ultimi tempi rimane doverosa per le tante persone che ci hanno fin qui seguito. Noi parliamo a voi».

Gli ex della Bobo Tv: «Ricevuto risposte con modi non rispettosi»

Adani, Cassano e Ventola hanno poi scritto: «Negli ultimi tempi erano, non da parte nostra, cambiati stimoli, motivazioni e visioni. E soprattutto c’era una comunicazione distaccata, con poca passione e poca voglia di condividere. Nel rispetto di quello che si era fatto negli anni precedenti Lele ha chiesto una riunione chiarificatrice. Dove, al termine, l’unica cosa chiara, che tutti hanno perfettamente percepito, era quello che stavamo vivendo, ossia la poca voglia di condividere il percorso. Nonostante tutto, abbiamo cercato di essere sempre collaborativi, sollecitando e stimolando un percorso che rendesse la Bobo Tv, per noi centro assoluto delle attività da compiere nella volontà di raccontare il calcio come piace a noi, ancora più vicino alla gente, nello spirito delle origini, con sempre più attività su tutte le piattaforme. In sostanza, noi chiedevamo informazioni e stimoli per nuovi progetti. In cambio, abbiamo avuto risposte indirette (attraverso la figura della nostra manager) e poi dirette, con modi non rispettosi, in cui è stata data dimostrazione della totale difformità d’intenti, della chiara differenza di visione».

Il messaggio finale: «Ucciso e sepolto lo spirito della Bobo Tv»

E ancora: «A questo punto per noi era impossibile proseguire, tanto che abbiamo comunicato l’intenzione di fermarci qualche giorno con l’intento di chiarire i dubbi sollevati e di farlo tutti insieme. Necessitavamo insomma di una risposta forte e rassicurante sul futuro. I passaggi successivi, in attesa di un nuovo confronto, sono invece stati dei veloci ringraziamenti “per la collaborazione” (siamo diventati improvvisamente dei collaboratori…) in diretta live, dove abbiamo anche appreso che sarebbero nati nuovi format (eppure l’ultima comunicazione tra noi era avvenuta quattro/cinque ore prima…). Abbiamo sentito che “era giusto cambiare” e, per finire, constatato un fulmineo accordo tra la radio della Lega Serie A e la Bobo Tv. Nell’attesa di quel confronto tra i quattro membri del gruppo (né uno, né cinque) è stato ucciso e sepolto lo spirito con cui è nata la Bobo Tv. Lo spogliatoio deve o dovrebbe rimanere lo spogliatoio, sacro, protetto, difeso e onorato. O almeno, avrebbe dovuto. Niente è irreversibile, ma le persone non vanno prese in giro».

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