Evento speciale – Torna a Jelsi nel Molise “La Ballata dell’Uomo-Orso”

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PROGRAMMA “IL BALLO DELL’ORSO”

Venerdì 5 marzo ore 19.30 presso la Sala dell’Annunziata, proiezione del documentario di Pierluigi Giorgio “La Ballata dell’Uomo-Orso”.

Sabato 6 marzo ore 18.30 – Corso Vittorio Emanuele, sfilata di vari S’Urthos (orsi sardi) e sos Buttudos (maschere sarde di Fonni (Gennargentu).

Ore 19 – Largo Giurista M. Testa: “La Ballata dell’Uomo-Orso” di P. Giorgio con solista, coro, musici e figuranti. Musiche di Piero Ricci e Lelio Di Tullio.

Domenica 7 marzo – Sala Convegni G. Santella: incontro e saluti con il gruppo di Fonni.

Coordinamento generale: Andrea Fratino

DIREZIONE ARTISTICA

Pierluigi Giorgio

 

Il ballo dell'orso a Jelsi
Il ballo dell'orso a Jelsi

 

Le maschere di Fonni

Quest’anno (terza edizione della manifestazione), il Direttore artistico Pierluigi Giorgio che “riesumò” nel 2008 il “Ballo dell’Orso” jelsese con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Jelsi, il contributo patrocinante della Provincia di Campobasso e l’assenso convinto del Presidente Nicola D’Ascanio e l’Assessore alla Cultura Nicola Occhionero, ha invitato un gruppo nutrito di sardi (27 persone tra s’Urthos e Buttudos) di Fonni, alle pendici del Gennargentu che si esibiranno a Jelsi sabato 6 marzo, insieme ai figuranti della ormai rodata “Ballata dell’Uomo-Orso”.

Scheda:

Sul carnevale tradizionale di Fonni si dispone della testimonianza del Nurra (1896), dove si descrive la presenza di maschere dette “buttudos”, che “vestite di stracci, grottescamente, tinte di fuliggine nella faccia, godono della più ampia libertà nell’inseguire le ragazze e nell’abbracciarle, e nel satireggiare coi versi”.

I “Buttudos” (i guardiani) tengono a bada la maschera di S’Urthu.

Il carnevale di Fonni dunque, è caratterizzato dalle antiche maschere de s’Urthu (Orso) e sos Buttudos che rappresentano la lotta quotidiana dell’uomo contro gli elementi della natura. S’Urthu è vestito di pelli di montone o di caprone di colore bianco o nero, ha un grosso campanaccio legato al collo, la faccia annerita dal sughero carbonizzato (“s’inthiveddu”), ed è tenuto al guinzaglio con una rumorosa catena di ferro. Sos Buttudos indossano un cappotto di orbace sopra abiti di velluto, scarponi e gambali di cuoio, sulle spalle i campanacci (“sonaggias”). 

S’Urhtu, l’orso, lotta continuamente tentando di liberarsi dalle catene, aggredendo uomini e cose che incontra sul suo cammino, arrampicandosi dappertutto, sugli alberi e sui balconi e si avventa sulla gente e soprattutto sulle ragazze che subiscono.

Per info: www.jelsinpiazza.it

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