Fine mercato tutelato luce e gas, la Lega insiste su proroga. Si tratta con l’Ue

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La fine del mercato tutelato su luce e gas, prevista dal Decreto energia approvato martedì 28 novembre dal Consiglio dei ministri, continua a creare tensioni nella maggioranza. Il vicepremier Matteo Salvini insiste sulla necessità di prorogare ancora il regime in cui prezzi e condizioni contrattuali erano definiti da Arera e non dalla concorrenza, e tiene così il punto sul fronte delle bollette: «Conto che con il dialogo si riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo».

Foti, FdI: «Ci vuole un’autorizzazione europea»

«Dovete chiedere al vicepremier Salvini, non a me», ha tagliato corto il ministro degli Esteri azzurro Antonio Tajani ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sull’argomento. Più morbido invece Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha chiarito: «Se tecnicamente è possibile oggi fare una proroga di un anno sicuramente il governo la farà. Ma ci vuole un’autorizzazione europea». E secondo ambienti di Palazzo Chigi dei contatti informali con Bruxelles sarebbero in corso. Ma quello su cui si sta lavorando è comunque una norma di transizione graduale tra mercato tutelato e mercato libero. Secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza, se non si riuscisse a prorogare di qualche mese le scadenze del 10 gennaio (gas) e del primo aprile (elettricità), si sta studiando la possibilità di dilatare i tempi delle aste per l’assegnazione del servizio a tutele graduali ai clienti domestici. Lo riferisce SkyTg24.

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Matteo Salvini e la segretaria Dem Elly Schlein, all’assemblea Cia degli agricoltori italiani (Imagoeconomica).

Sulla proroga insistono anche le opposizioni

Sul tema anche le opposizioni spingo per una proroga. «Mi pare che altre modifiche al Pnrr le abbiano fatte, ma questa no, noi chiediamo che si discuta con Bruxelles e che si blocchino le aste», ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. Azione e +Europa ricordando invece che il voto sull’uscita dal mercato tutelato avvenne ai tempi dei governi Conte II e Draghi: «La sinistra non può imputare alla Meloni quello che abbiamo votato noi nel governo Draghi, compresa la Lega. Il tema ora è come andare alla Commissione europea tutti insieme e come trattare», ha dichiarato Carlo Calenda.

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