Il controverso libro dello psicologo scelto da Valditara come coordinatore del progetto ‘Educare alle relazioni’

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Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha scosso l’opinione pubblica. La sorella Elena ha parlato di «Stato complice» e si stanno moltiplicando le iniziative per sensibilizzare contro il problema della violenza di genere. La famiglia e la scuola, si legge da più parti, dovrebbero lavorare insieme per far sì che certi fatti non si ripetano. Già, la scuola: peccato che, come evidenzia Domani, Alessandro Amadori, scelto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara come consulente e coordinatore del progetto “Educare alle relazioni” (un’ora di incontri a settimana, per tre mesi l’anno, totale 12 sessioni), nel 2020 abbia autopubblicato La guerra dei sessi, volume in cui ha negato la violenza maschile sostenendo tesi cospirazioniste sul tentativo delle donne di dominare gli uomini.

Femminicidi: il libro di Alessandro Amadori, coordinatore del gruppo di psicologi voluto dal ministro Valditara per il progetto 'Educare alle relazioni'.
La copertina del volume pubblicato da Amadori.

I punti in comune con Il mondo al contrario del generale Vannacci

Su Domani Christian Raimo accosta La guerra dei sessi. Piccolo saggio sulla cattiveria di genere di Amadori a Il mondo al contrario del generale Roberto Vannacci. Non solo perché entrambi sono stati dati alle stampe tramite self-publishing, ma anche per lo «stile vagamente cospirazionista e l’insofferenza per il politicamente corretto». Il volume, si legge nella descrizione presente su tutte le piattaforme dove è acquistabile, sostiene che la guerra dei sessi in corso potrebbe portare a «una società non più patriarcale ma ginarchica». Lo scontro, avverte il libro scritto da Amadori assieme alla coautrice Cinzia Corvaglia (esperta di security e investigazioni private) «è già iniziato e che ciascun genere sessuale combatte con le armi della propria specifica cattiveria».

«Anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo»

La dimostrazione patologica del disagio degli uomini, alle prese con una società in cui il «principio maschile» è «in via di demolizione», starebbe nei casi di violenza sessuale e nel drammatico problema dei femminicidi, sostiene il volume. Ma, si domandano Amadori e Corvaglia in un passaggio del libro, citato da Domani, «parlando di male e di cattiveria, dovremmo concentrarci solamente sugli uomini? Che dire delle donne? Sono anch’esse cattive?». La risposta: «Sì, anche le donne sanno essere cattive, più di quanto pensiamo». Nel capitolo “Il diavolo è anche donna”, Amadori punta il dito contro la festa dell’8 marzo sostenendo la tesi di tale Andrea Pirillo, secondo cui ci sarebbe poco da festeggiare, perché le donne si comportano spesso come, o persino peggio, degli uomini. Tornano ai femminicidi, gli autori «i raptus omicidiari, sostanzialmente, non esistono in quanto tali, e bisogna piuttosto iniziare a parlare di cattiveria, aggressività e consapevolezza». Dietro la punta dell’iceberg dei femminicidi «sembra esserci il grande corpo dell’iceberg, costituito dal bisogno di sottomissione maschile. È come se gli uomini facessero davvero fatica ad avere un rapporto equilibrato con il femminile: o sono carnefici, o sono vittime», scrivono gli autori in un passaggio citato da Domani. E poi: «C’è una piccola popolazione di donne che approfitta di questa tendenza maschile alla sottomissione e ne fa una vera e propria fonte di business». In un altro Amadori, parlando del presunto movimento femminista radicale chiamato ginarchia, scrive che le attiviste sarebbero animate dall’invidia del pene, «concetto tanto provocatorio quanto controverso e, oggi, non politicamente corretto».

Femminicidi: il libro di Alessandro Amadori, coordinatore del gruppo di psicologi voluto dal ministro Valditara per il progetto 'Educare alle relazioni'.
Alessandro Amadori (LinkedIn)

Dalla laurea in psicologia sperimentale alla collaborazione con il governo: chi è Alessandro Amadori 

«Genovese di nascita, milanese di adozione», come si legge su LinkedIn, Amadori ha 63 anni è si è laureato «in psicologia sperimentale a Padova, con lode, con una tesi sui modelli cibernetici della mente». Poi il dottorato di ricerca sempre nell’ateneo euganeo «con una tesi sul pensiero creativo e sull’efficacia delle tecniche di formazione euristica nell’incrementare la performance creativa». In seguito il perfezionamento in criminologia a Milano e in biostatistica ad Asti. Dalla fine degli Anni 80 si occupa di «ricerche di mercato e di consulenza aziendale, contribuendo alla diffusione in Italia delle moderne tecniche di ricerca qualitativa e di consulenza euristica, con l’utilizzo di metodi creativi». Autore di una trentina di volumi, tra cui È l’Italia che vogliamo. Il manifesto della Lega per governare il Paese, scritto proprio con Valditara (entrambi fanno parte del think tank Lettera150) e arricchito dalla prefazione di Matteo Salvini, Amadori è «formatore specializzato in self empowerment e docente incaricato all’Università Cattolica e al Master Publitalia» nonché, appunto, «esperto del ministero dell’Istruzione».

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