Israele contro Al Jazeera tra censura, accuse di propaganda e libertà di stampa

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Il governo di Israele è vicino a bloccare le trasmissioni della televisione qatariota Al Jazeera dal Paese citando motivazioni di sicurezza nazionale. L’emittente, che ha un ufficio locale a Gerusalemme, secondo le autorità israeliane sarebbe colpevole di una copertura troppo filo-palestinese della guerra in corso tra Tel Aviv e il gruppo islamista radicale Hamas nella Striscia di Gaza, diventando talvolta un veicolo della propaganda del movimento armato. Al Jazeera, inoltre, metterebbe a repentaglio la vita dei soldati israeliani filmandoli durante le sue trasmissioni in diretta, e dando così un vantaggio al nemico, ha sostenuto, tra gli altri, il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi.

In Israele pronte norme ad hoc per togliere Al Jazeera dalle tivù via cavo

Per questi motivi a ottobre il ministro ha fatto sapere di avere messo a punto alcune disposizioni straordinarie per contrastare il racconto di Al Jazeera della nuova escalation israelo-palestinese dopo l’attacco che Hamas ha compiuto in territorio israeliano il 7 ottobre. Karhi ha detto che le norme di emergenza per togliere Al Jazeera dalle tivù via cavo sono pronte e sono state condivise dal governo, dopo una discussione con il procuratore generale dello Stato Gali Baharav-Miara. Tra queste figurano quelle «per chiudere gli uffici, sequestrare le apparecchiature di trasmissione dei giornalisti, revocare i lasciapassare stampa governativi, negare le comunicazioni e i servizi internet» all’emittente.

Israele contro Al Jazeera tra censura, accuse di propaganda e libertà di stampa
Il quartier generale qatariota di Al Jaazera (Getty).

L’emittente è accusata di provocare un danno alla sicurezza di Tel Aviv

Secondo i giornali israeliani il piano sarebbe appoggiato anche dalle agenzie di sicurezza israeliane. Tuttavia, l’oscuramento di Al Jazeera, se ci sarà, potrebbe richiedere del tempo. Intanto si attende il via libera da parte del ministro della Difesa Yoav Gallant che arriverà se verrà provato che le attività della rete causano un danno reale alla sicurezza dello Stato e non costituiscono solo propaganda. Dopodiché, la richiesta verrà sottoposta al gabinetto di sicurezza, un comitato ristretto di ministri creato per decidere su questioni di sicurezza nazionale, che sceglierà se procedere con lo stop al canale.

Timori internazionali su libertà di stampa e diritti civili

In seguito all’annuncio questa proposta ha ricevuto critiche da parte delle organizzazioni internazionali che difendono la libertà di stampa e i diritti civili. «Siamo profondamente preoccupati per le minacce dei funzionari israeliani di censurare la copertura mediatica del conflitto in corso tra Israele e Gaza, usando vaghe accuse», ha detto Sherif Mansour, che si occupa del Medio Oriente per il Comitato per la protezione dei giornalisti, Cpj. «Il Cpj esorta Israele a non bandire Al Jazeera e a consentire ai giornalisti di svolgere il loro lavoro. Una pluralità di voci nei media è essenziale per far sì che il potere renda conto, soprattutto in tempi di guerra», ha aggiunto. Al Jazeera è oggi uno dei pochi media con una presenza sul campo nella Striscia di Gaza e in Israele ed è responsabile di buona parte della copertura dell’assedio israeliano dopo che Tel Aviv ha vietato a chiunque di uscire o entrare da Gaza.

L’intreccio con il Qatar e la mediazione sugli ostaggi israeliani

Tuttavia, scrive il quotidiano israeliano Haaretz citando fonti politiche, Israele al momento sta temporeggiando non tanto per preservare la libertà di stampa, quanto «per evitare di indebolire gli sforzi di mediazione del Qatar per il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas». Secondo una di queste fonti, però, il solo fatto di avere pronte norme di questo tipo rappresenta uno strumento che potrebbe servire a dissuadere Al Jazeera e altri canali dall’adottare una linea estremista nel loro racconto. A proposito di pressioni, anche il segretario di Stato statunitense Antony Blinken avrebbe chiesto al primo ministro del Qatar di ammorbidire la copertura di Al Jazeera sul conflitto, ha riportato il sito americano Axios, secondo cui il massimo diplomatico Usa si riferiva alla versione in arabo del canale televisivo. Al Jazeera è di proprietà dello Stato del Qatar anche se rivendica una sua libertà editoriale.

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La redazione di Al Jazeera in Qatar (Getty).

Relazioni tese con la destra di Israele sin dalla fondazione nel 1996

L’emittente, che si occupa della questione israelo-palestinese dalla sua fondazione nel 1996, ha da sempre un rapporto difficile con Israele e con una parte della sua politica in particolare. Il canale è stato spesso usato come bersaglio dalla destra israeliana. Negli anni diversi governi hanno chiesto prima il boicottaggio e poi la messa al bando di Al Jazeera a causa dei suoi servizi, senza però mai riuscirci.

L’uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh e la denuncia all’Aja

Anche alcuni gravi incidenti hanno segnato di recente le relazioni tra la tivù del Qatar e Israele. Nel maggio 2021, durante bombardamenti israeliani su Gaza, è stata colpita e distrutta la torre che ospitava gli uffici di Al Jazeera e di altri media internazionali come l’Associated Press. L’anno successivo, quando la reporter di Al Jazeera Shireen Abu Akleh è stata uccisa da un proiettile sparato mentre si trovava a Jenin, in Cisgiordania, Israele ha più volte negato un coinvolgimento dei suoi soldati, ma varie indagini hanno dimostrato che l’esercito aveva mentito. Nel dicembre 2022 Al Jazeera ha quindi denunciato Israele alla Corte penale internazionale dell’Aja per la morte della giornalista.

Israele contro Al Jazeera tra censura, accuse di propaganda e libertà di stampa
Un mural a Betlemme della giornalista di Al Jazeera uccisa Shireen Abu Akleh (Getty).

Il direttore dell’ufficio israeliano Walid al-Omari: «Ci perde solo una parte»

Ora i nuovi attacchi contro il canale e la minaccia, mai così concreta, di una chiusura sono conseguenze dirette di un clima esacerbato dei massacri del 7 ottobre, ma a perderci sarebbe solo Israele, ha detto al sito investigativo The Seventh Eye il direttore dell’ufficio israeliano di Al Jazeera Walid al-Omari. «Alla fine, se Al Jazeera viene chiusa qui, non significa che smetterà di trasmettere, ma che continuerà a trasmettere solo da un lato. Continuerà a farlo da Gaza».

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