Tra i sentieri e le spiagge dell’Isola del Giglio

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mare - isola-del-giglio
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Quando si decide di concedersi una vacanza, molto spesso, ci si concentra subito su mete estere, esotiche o ricche di reperti archeologici, avventurose o sonnolenti ma dall’architettura particolare. Eppure, basta fermarsi a guardare una cartina dell’Italia per accorgersi subito di quante meraviglie nasconde al suo interno e di quante cose si potrebbero scoprire e valorizzare, in un territorio che è un vero e proprio scrigno di bellezze naturalistiche e monumentali. L’Isola del Giglio, nell’arcipelago toscano, non conta più di 1.500 abitanti e vale davvero una visita, soprattutto per le sue spiagge e i suoi sentieri dove concedersi lunghe e rilassanti passeggiate.

Non appena arrivati, la vista viene subito conquistata dal Giglio Castello, a quattrocento metri di altezza, dove tutto sembra essersi conservato perfettamente, mantenendo inalterato il suo assetto medievale e concedendo dei panorami mozzafiato. Meglio se con una cartina in mano, ci si può subito regalare un giro per le principali spiagge, prima di scegliere dove concedersi un rinfrancante bagno. Le principali sono quattro e tutte molto belle. Si parte da le Cannelle, con una impronta esotica e raggiungibile in auto, si passa a le Caldane, dove si giunge a piedi proseguendo lungo il sentiero a destra della Cannelle e, ancora, Arenella e Campese. Quest’ultima è la più grande ed è fruibile con i bus o anche in auto. Solo una strada è asfaltata ed è quella che collega i tre paesi, mentre per spostarsi verso altri punti, restano delle stradine dove passeggiare e scoprire scorci da cartolina.

Trionfo di macchia mediterranea, dalle ginestre in fiore fino al pino marittimo, vanta la presenza di vari e suggestivi sentieri, ma tra i più interessanti ce ne sono tre davvero da seguire. Il primo è quello che si dirige a sud dell’isola, verso punta di Capel Rosso,della durata di più di due ore; poi c’è quello per la Punta Faraglione, da Campese e lungo quaranta minuti, ma difficile da percorrere perchè l’ultimo tratto scende ripido verso la spiaggia. Quello verso nord, infine, al vecchio faro, attraversa i vigneti dell’uva Ansonica, che è conosciuta per la produzione del vino locale.

foto di: fulviofaiella

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