Il nuovo lusso del Natale è stare a casa per stanchezza

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Niente voli lontani verso Paesi al caldo. Dopo un anno di stress da super lavoro la tendenza chic è sedersi a tavola il 24 dicembre per rialzarsi attorno al 5 gennaio. In mezzo, due settimane di letto a guardare Netflix, dormire e giocare coi bambini. Chi ci sta?

Forse l’avrete notato, i viaggi di Natale nei Paesi caldi sono finiti anche al cinema. Il cinepanettone dell’anno è un viaggio a ritroso nel tempo siglato Ficarra e Picone, che di certo non assomiglia neanche lontanamente a quella meraviglia del Pinocchio di Matteo Garrone, ma non è nemmeno un cattivissimo film. Non che non si vada ai Caraibi o alle Maldive, naturalmente, per chi può e chi vuole e magari in un resort non troppo affollato. Ma la tendenza chic e snob del momento è un’altra e ha molto a che vedere con il suo dato sociale speculare, e cioè con un tasso di disoccupazione nazionale che, pur sceso dello 0,2% da settembre, veleggia ancora al 9,7%, uno fra i più alti di tutta Europa. Dunque, lo stress da super lavoro, e il viaggiare molto tutto l’anno per attendere ai vari impegni, si è trasformato nel segno del benessere.

AL MASSIMO SI VOLA DALLA FAMIGLIA

L’altra mattina, alla prima colazione di Natale organizzata da Diego Della Valle per i saluti di fine anno (quasi scomparse le cene e le colazioni di auguri; la brioche e il wholegrain stellati del primo mattino sono il corollario di quanto si va postulando) non si è sentito evocare un solo viaggio lontano: chi avesse preso l’aereo, l’avrebbe fatto solo per raggiungere la famiglia in Sicilia, sedersi dichiaratamente a tavola il 24 e rialzarsene attorno al 5 gennaio, giusto in tempo per sedersi alla cena di gala della nuova edizione di Pitti Uomo il 6 (lamenti pur soddisfatti d’obbligo).

ANCHE IL MONDO DELLA MODA AGOGNA IL RITORNO A CASA

Per tutti gli altri, l’orizzonte prevedeva nell’ordine: due settimane di letto a vedere serie su Netflix, o in alternativa tre sciate nella casa di famiglia in montagna, molto giocare con i bambini (sensi di colpa d’obbligo) e molto dormire. D’altronde, il mondo un po’ meno ma ancora viziatissimo della moda e del lusso, che nell’ultimo anno ha viaggiato continuamente fra New York, Parigi, Shanghai, Marrakech, Miami, Los Angeles, Roma più addentellati ed excursus, che cosa potrebbe ancora agognare se non la propria casa?

GRAZIE MILLE PER QUELLA SCATOLA DI TISANE SPECIALI

E dunque ecco i ringraziamenti affettuosissimi al department store sempre più sostenibile che ha regalato un overall raffinato in cashmere per rilassarsi, all’amica che ha esagerato con il buono per la spa di Armani, all’altro amico che ha esagerato con la scatola di tisane speciali. Se solo fino a 15 anni fa il massimo del lusso era avere tempo per sé e 10 anni fa, in piena crisi post-bolla dei mutui subprime, ricevere in dono olio e generi alimentari di prima necessità in vista di qualche guerra civile che, almeno per il momento, non pare dover scoppiare, il massimo dell’eleganza è lo stare a casa.

PERCHÉ STAYING HOME IS THE NEW GOING OUT

Come diceva il New York Times di recente, con una di quelle antitesi che in inglese riescono sempre meglio “staying home is the new going out”. Dunque, in caso doveste rimanere a casa per Natale per mancanza di fondi, sappiate che non sareste mai più chic e in tendenza. Potrete perfino vantarvi un po’.

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